Rebecca la prima moglie by Du Maurier Daphne

Rebecca la prima moglie by Du Maurier Daphne

autore:Du Maurier Daphne [Daphne, Du Maurier]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-02-18T23:00:00+00:00


«Peccato…» dissi lentamente. «È certo una cosa che nessuno si aspettava. Ma è proprio necessario dirlo a mio marito? Non si può lasciar lì il panfilio, così com’è? Mi sembra che non faccia del male a nessuno, no?» «Si potrebbe lasciarlo lì, in condizioni normali. Io sono l’ultima persona che vorrebbe risvegliare un vespaio. Come ho detto, darei non so che al mondo per risparmiare il signor de Winter. Ma non è ancora tutto, cara signora. Il nostro uomo, giunto attorno al panfilio, ha fatto un’altra constatazione, ben più importante. La porta della cabina era ermeticamente chiusa, non soltanto accostata; e chiusi erano anche i boccaporti. Egli ne ha rotto uno con un sasso, e ha dato un’occhiata dentro alla cabina. Era piena d’acqua, che dev’essere penetrata da qualche fessura, perché non c’erano altre avarie visibili. E poi, signora, e poi ha preso un bello spavento…» Il capitano Searle fece una pausa, guardandosi dietro le spalle, come per timore che qualcuno dei domestici potesse udirlo. «In terra, sul pavimento della cabina, c’era un corpo umano. Era in dissoluzione, si capisce, non aveva più carne. Ma era un corpo umano, con la testa e le membra intatte… L’uomo è risalito subito alla superficie, ed è venuto a farmi il suo rapporto. E ora, signora, ora capirete perché abbia bisogno di vedere vostro marito.»

Ero rimasta disorientata dapprima, poi allibita. Ora mi sentivo stringere alla gola da una specie di nausea. «Non s’era creduto sempre che fosse sola?» sussurrai. «Allora, vuol dire che c’era qualcun altro con lei, e nessuno lo sapeva?»

«A quanto pare, era così» disse il capitano. «Ma chi poteva essere? Se fosse venuta a mancare un’altra persona, sicuramente i parenti se ne sarebbero accorti. I giornali ne hanno tanto parlato, allora… E come mai c’era una persona chiusa nella cabina, e la signora de Winter, invece, è stata ritrovata tanto lontano, e molti mesi dopo?»

Il capitano Searle scosse la testa. «Io non ne so più di voi, signora. Tutto quanto sappiamo per ora è che si è trovato un cadavere, e bisogna farne rapporto alleautorità. Ho paura che ci sarà un po’ di chiasso; non vedo come potremmo evitarlo. È duro per voi e per vostro marito. Eravate tutti due tranquilli, non chiedendo che d’essere felici, e proprio questo aveva da capitare…» Ora sapevo la ragione di quel mio presagio di tristezze. Non la nave infortunata era sinistra, non il gridio dei gabbiani, non la sottile ciminiera scura puntata verso gli scogli. Era il silenzio delle acque nere, e le cose ignote che ricopriva. Era il palombaro che scendeva a quelle fredde quiete profondità, e incappava nel panfilio di Rebecca, e nel cadavere del compagno di Rebecca. Mentre io ero là, seduta ignara su uno scoglio, egli toccava lo scafo, e frugava con lo sguardo entro la cabina.

«Se soltanto si potesse fare a meno di dirglielo» mormoravo. «Se soltanto gli si potesse nascondere tutto…» «Voi sapete che se fosse possibile lo farei» replicò il capitano. «Ma in un caso come questo, bisogna ch’io lasci da parte ogni delicatezza personale.



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